Il 2 febbraio 1978 muore a Imola l’Anarchica Emma Neri.

In casa sua trovano posto giornali e libri socialisti e Anarchici, che superano la censura della polizia e viaggiano semiclandestini di mano in mano e da un circolo ad un altro. Maestra elementare a Castel Bolognese, ed è proprio in questa cittadina che conosce, in occasione di una delle tante riunioni politiche a cui partecipa, l’Anarchico Nello Garavini, del quale diviene, dopo una breve frequentazione, l’inseparabile compagna di tutta la vita. In Romagna gli Anarchici rappresentano una agguerrita minoranza e sono generalmente stimati e rispettati per il rigore morale che esprimono. Emma e Nello sono ormai due conosciutissimi attivisti del movimento Anarchico e per questo vengono attentamente vigilati dalla polizia, che ora li annovera tra i più pericolosi sovversivi romagnoli. Nel 1926, dopo la nascita della figlia Giordana Libera (1924), non intravedendo più la concreta possibilità di trovare lavoro e preservare un minimo spazio di libertà individuale, emigrano, con profondo rammarico, in Brasile. Entrambi i coniugi Garavini, pur con la costante preoccupazione d’essere arrestati, imprigionati ed espulsi, partecipano alle attività della “Liga Anticlerical” e stringono una forte e duratura amicizia con gli Anarchici italiani Luigi e Luce Fabbri, allora esuli a Montevideo.
Grazie a quella amicizia i Garavini, negli anni trenta, diventano, in Brasile, i principali diffusori di “Studi Sociali”, il prestigioso giornale fondato dal professore Anarchico Luigi Fabbri, una volta giunto nel 1930, in Uruguay. Ma l’attività politica in Brasile di Emma non si limita alla sola diffusione della stampa Anarchica tra i compagni dei locali circoli Anarchici. Il suo coraggio la porta ad organizzare anche clamorose azioni dimostrative. Nel 1931, ad esempio, in occasione della Trasvolata Atlantica di italo balbo, Emma ed Enrichetta Battistelli, non curandosi del pericolo e delle prevedibili reazioni delle autorità, diffondono migliaia di volantini antifascisti nelle principali vie di Rio de Janeiro, accusando apertamente balbo dell’assassinio di Don Minzoni, avvenuto ad Argenta nel 1923. Da Montevideo e Rio de Janeiro la cultura italiana si diffonde, infatti, in ogni regione dell’America Latina raggiunge gli italoamericani anche nei luoghi più lontani.
Il clima politico brasiliano va però rapidamente peggiorando. Questi sono, infatti, gli anni segnati dalla dittatura corporativa di getùlio vargas. Ogni giorno si susseguono arresti, retate di rivoluzionari, sentenze capitali. A guerra finita, nel 1947, i Garavini rientrano definitivamente in Italia e aderiscono alla neonata FAI (Federazione Anarchica Italiana), partecipando a quasi tutti i suoi congressi, non lesinando mai il loro aiuto, anche economico, alla rinascita del movimento Anarchico italiano. Nel 1959 Emma, riconosciuta ormai un esempio di resistenza e di passione, cura la prefazione al libro del vecchio amico Carlo Molaschi, dedicato al maestro di poesia e d’Anarchismo Pietro Gori. La pubblicazione di questo libro rappresenta per lei: “…l’omaggio più degno alla memoria di Pietro Gori e non c’è miglior tributo d’affetto, di riconoscenza, di rimpianto se non continuando il cammino da lui tracciato con tanta costanza. Così potremo dire di onorare degnamente l’Uomo, il Maestro, che nulla chiese per sé, dopo aver tutto donato!”. Negli ultimi anni della sua vita Emma si occupa quasi esclusivamente della famiglia, scrive le sue memorie e collabora, con molti altri compagni di Castel Bolognese, alla costituzione del primo nucleo dell’archivio cittadino, che poi sarà dedicato ad Armando Borghi. Ora è la figlia Giordana Libera a testimoniare, con una preziosa raccolta e una accurata sistemazione delle carte e dei documenti di famiglia, l’avvincente e romantica storia dei genitori Nello ed Emma Garavini.

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