Combatti la mafia? Allora per lo stato sei tu il mafioso.

Le istituzioni si mostrano alle telecamere e ci raccontano che il compito di una società civile è anche quello di lottare contro la mafia, di non abbassare la guardia, di non usare omertà e reticenze. Ci raccontano che la mafia va denunciata, combattuta, eliminata, e che per far questo è necessaria la partecipazione di tutti. E’ davvero un peccato notare che queste stesse istituzioni trascinino in galera coloro che la mafia la combattono davvero, a testa alta, senza omertà. Di più, quando alla mafia si fa una lotta serrata ed efficace, noi possiamo vedere come le forze del disordine siano tutte schierate contro chi svolge tale lotta, come a voler dire: ‘guardate che qui la mafia deve fare il suo lavoro liberamente, senza rotture di coglioni da parte vostra, tornatevene a casa sennò vi spariamo’. Ma gli sbirri non sono altro che marionette che eseguono gli ordini. E gli ordini arrivano dalle istituzioni. Siamo sicuri che esiste una distinzione tra mafia e istituzioni? E così si fanno i processi scambiando i ruoli: terrorista diventa colui che lotta contro la mafia. Interessante no? Poi succede che, in un processo torinese, decade miserevolmente l’accusa di terrorismo che gravava su chi resiste alla mafia da 20 anni. E allora che cosa fa lo stato? Opera affinché l’opinione pubblica non abbia a intendere che chi lotta contro la mafia non è un terrorista. La gente non deve capire che qui l’unico terrorista è lo stato, la mafia legalizzata. E allora via con le solite strategie di attentati creati ad arte (mafiosa) immediatamente affibbiati ai Notav da quelli che smerciano menzogne catodiche in cambio di uno stipendio. Da queste messinscene sui binari e sulle tv, secondo lo stato, la gente dovrebbe capire che i terroristi sono quelli che combattono la mafia. E siccome la gente ha sempre creduto alle autorità e alle tv, finisce che poi ci crede davvero al fatto che i Notav siano dei terroristi, e che lo stato faccia gli interessi della gente. Allora, per evitare che si ripeta questo errore, bisogna gridarlo forte che qui l’unico terrorista è lo stato, e che quelli che combattono la mafia non lo fanno soltanto per dignità personale, ma per il bene di tutte le persone oneste d’Italia. Per questo ci sarà un corteo Notav a Roma, il 17 gennaio. Lo stato cambia le carte in tavola e ribalta i ruoli, non dobbiamo più permetterglielo, perché le persone la mafia la combattono eccome, veramente, e non importa se questa mafia si chiama ‘stato’.

https://www.notav.info/top/ndranghetav-lincontro-tra-il-boss-e-i-parlamentari-di-fi-e-europa-riprendere-i-lavori-in-val-susa/?fbclid=IwAR0UsBKNP__kZbZF63iSR2R2Mj81xLRB2Xpfk_XcEy26ULeqimEEWvHShlA

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