GLI AGUZZINI DEL MARE E DEL DESERTO

La politica del governo in Libia

La politica del governo italiano in Libia.

Ciò che accade a largo delle coste e all’interno del territorio libico è davvero rappresentativo dei tempi ignobili in cui viviamo. Con lo spudorato pretesto della “lotta ai trafficanti di uomini”, lo Stato italiano sta lautamente finanziando i Signori della Guerra. Guardie e milizie (quello che si definisce maldestramente “Governo libico”) l’internamento di massa dei poveri in fuga. Pattugliamenti e respingimenti sulle coste del Mediterraneo. Detenzione nei campi di concentramento libici di circa seicentomila persone. Costruzione di un muro nel deserto lungo il confine con il Niger, Il Ciad e il Mali. Le stesse milizie che si sono arricchite per mesi con i viaggi della disperazione, ora sono pagate per impedirli sono le stesse milizie a cui l’ENI delega la difesa armata dei propri pozzi nei 34 campi di concentramento (di cui 24 nel territorio controllato dal governo di Tripoli alleato dell’Italia) si praticano quotidianamente torture, violenze e stupri. L’importante è che la merce umana non richiesta non venga a turbare i sogni di Ordine e Sicurezza in Italia e in Europa, il resto non è affar nostro, giusto? D’altronde, con la Turchia di Erdogan non si sono stipulati gli stessi accordi? Nel grande caos seguito ai bombardamenti della NATO del 2011 (proprio quando stavano le concessioni petrolifere alle Potenze Occidentali), i governi d’Italia, Francia e Inghilterra hanno cercato di farsi le scarpe a vicenda rinegoziando con le bombe e con i soldi la propria influenza nell’area.
Ciò che ogni Potenza riconosce come “governo” è solo la banda di assassini più spietata e più affidabile, così come la partecipazione alla guerra è stata spinta all’epoca dal sinistro Napolitano, è oggi uno sbirro del Partito Democratico come Minniti a pavoneggiarsi di aver ridotto gli sbarchi. L’ENI intanto ha aperto altri nove giacimenti petroliferi nei circa 30 mila chilometri quadrati di territorio libico su cui governa, altre aziende italiane sono pronte con armi e bagagli. Si militarizzano le città in nome del cosiddetto “antiterrorismo” poi si pagano le milizie Jihadiste libiche per i propri interessi. Si ciancia di “diritti democratici”, ma l’unico “diritto” che hanno milioni di poveri è quello di crepare. Non si scomoda più la nozione di “razze inferiori” ma il risultato è lo stesso, mentre tanti nostri simili sprofondano nel terrore. Attaccare i signori dello sfruttamento e della guerra è il solo modo per non sprofondare in una disumana indifferenza. Se non lo avete capito, si parla anche di Noi.

Anarchici e Antimilitaristi

(Libero Makunin)

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