La frutta disse: siamo alla Cgil!

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Il primo maggio si sono svolte due manifestazioni a Carrara una colorata popolare ed anarchica ed una istituzionale, ove, gli incroci e le relazioni tra gli organizzatori -Cgil in testa- sono piuttosto inquietanti.

Vorremmo come USI enti locali svelare i comportamenti di chi si definisce dalla parte di lavoratrici e lavoratori.

Le risposte stanno, come vedremo, concretamente all’interno della la realtà dei fatti.

La nostra dimostrazione reale comincia svelando come i sedicenti sindacalisti non abbiano nessun problema ad organizzare manifestazioni del 1° Maggio con padroni di cava quali il Re delle cave Michelangelo Barattini, mentre in un recente passato presenziavano assieme ai repubblicani al primo maggio degli Animosi.

Ricordiamo che un informativa dell’antimafia, stima in 180 milioni il nero prodotto in 5 anni da questa cava!

Sappiamo, inoltre, che oggi la logica ricattatoria dei padroni di cava si è fatta pressante nei confronti dei cavatori, usando il pretesto del piano paesaggistico per prospettare funesti presagi di licenziamento.
Se questo aspetto non bastasse a far comprendere l’involuzione della Cgil argomentiamo ulteriormente.

La Cgil e lo Spi-Cgil (congiuntamente) hanno contattato come relatore alla propria tavola rotonda di Venerdì 8 Maggio prossimo, niente popo di meno che il Direttore della CASA DI RIPOSO COMUNALE Regina Elena Ermanno Biselli (ex sacerdote, con mandato scaduto dal 1 gennaio 2015) e pienamente nell’occhio del ciclone per una serie di “permformance” discutibili, da ultima quella di dichiarare alla stampa di avere un accordo (con chi?) di una prorogatio fino a fine 2015 come direttore del Struttura.

Vogliamo ricordare che la Cgil (coerentemente, in continuità con il suo modus operandi) nei mesi scorsi ha difeso a spada tratta il Biselli nonostante gli spropositati costi a carico della comunità Carrarese, in altre parole, 117.000 euro annui per un part-time, essendo impegnato a dirigere anche alla casa di riposo Ascoli di Massa.

La difesa della Cgil verso l’ex Don, si è espressa pubblicamente anche quando quest’ultimo, con un atto gravemente iillegittimo, scavalcando barbaramente la democrazia, aumentò in maniera immorale le rette alle persone anziane del regina Elena (per il centro Alzheimer l’aumento toccò il 100%!).

Domanda: ma non è la Cgil che continua a rivendicare legalità e Democrazia?

Questo fatto illegale e immorale avrebbe, se andato in porto, causato un doloroso esodo per gli ammalati d’Alzheimer e un, ovvio, calo dell’occupazione con conseguente taglio del personale di cooperativa.

Ricordiamo pure che nel febbraio scorso sulle pagine della Nazione Cgil, Cisl e Uil dichiararono all’unisono che Il sindacato USI enti locali (cioè coloro che denunciarono l’aumento illegale delle rette) non rappresentava nessuno e che delle rette -loro- non volevano parlarne! Incredibile!

Il silenzio assordante della Cgil si è poi esplicitato ed ancor più amplificato quando il Biselli (art. tirreno 26 febbraio u.s) non si fa premura di definire imboscati e ladri (prima del suo avvento) operatrici e operatori del Regina Elena, fatto vergognoso a cui i confederali non hanno replicato duramente, come avrebbero dovuto a fronte di attacchi del genere, probabilmente un tacito assenso.

Concludendo: crediamo che la popolazione abbia capito da che parte stanno i cosidetti difensori di lavoratrici e lavoratori, per cui USI enti locali Carrara prende le distanze da chi difende padroni di cava miliardari e dirigenti ultrapagati per un part-time.

Prende le distanze da chi non difende le operatrici del regina Elena accusate e lese nella dignità, operatrici che per pochi euro e in poche unità accudiscono con sacrificio e affetti i nostri anziani, rendendo il regina Elena un esempio da seguire.

Per Usi enti locali
Gianni Marchi

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