La menzogna dell’uomo malvagio per natura.

Affermare che la natura dell’essere umano è malvagia in sé, oltre ad essere un grossolano errore di valutazione e di comprensione, un errore già ampiamente smontato, dovrebbe quantomeno supportare l’idea conseguente secondo cui consegnare il potere a una congrega di malvagi è la cosa più idiota che una comunità possa fare. Quelli che hanno mire di potere, di sterminio di popoli, di eugenetiche, cioè tutti quelli che ambiscono al dominio da 5000 anni a questa parte, non hanno fatto altro che instillare nelle masse la falsa cultura dell’uomo biologicamente malvagio.
Colui che crede a questi impostori profittatori e alla loro bugia dell’uomo malvagio, non fa altro che ammettere pubblicamente di essere biologicamente inferiore rispetto a colui che lo governa o che si candida a governarlo, e che quest’ultimo sia non soltanto geneticamente superiore a lui e a tutti gli altri, ma pure esente da malvagità. Praticamente un essere-non-umano. Quindi chi crede alla favola dell’uomo malvagio per natura non dovrebbe avere alcuna difficoltà ad ammettere di essere geneticamente inferiore rispetto ad ogni governante, e non può negare di ritenere ogni governante o aspirante tale una specie di dio-della-bontà, l’unico detentore della verità sul bene e il male. Se invece si ritiene che la conoscenza del bene e del male non sia solo appannaggio di pochi ‘eletti’, ma di tutti gli esseri umani in quanto tali, allora non si capisce per quale motivo si debba delegare il potere ad altri, dichiarandosi impotenti, sciocchi, deresponsabilizzati, inferiori, e perpetuando-legittimando così la macchina del dominio.
Ogni idea di dominio, compresa la favola della sua presunta necessità, viene inizialmente costruita sulla base di una credenza superstiziosa -dura a morire- secondo cui dovrebbe esistere un potere sovrannaturale che legittimerebbe o addirittura si incarnerebbe in quell’essere umano o in quel gruppo di profittatori organizzati che si presentano come salvatori e moralizzatori del popolo, cioè come addestratori di persone-animali cattivi e stolti.
Al tempo delle dittature monocratiche, i popoli ingenui e superstiziosi si sottomettevano al ‘sacro sovrano’ come fossero tanti devoti timorosi di un dio incarnato in un tizio seduto su un trono. Complice la casta sacerdotale, come oggi. Quando questa superstizione diventò solida e millenaria cultura dogmatica, e la favola dell’uomo malvagio diventò addirittura scienza al servizio del potere imposta in tutte le scuole del mondo, i popoli furono pronti ad eleggersi da soli i propri sfruttatori, e nacquero le cosiddette democrazie, che altro non sono che dittature, cinici e beffardi progetti di dominio dell’uomo sull’uomo approvati dalla massa opportunamente addestrata.
Ma non possiamo neanche cadere nell’errore opposto affermando che l’essere umano è biologicamente buono. Se così fosse, se la nostra biologia fosse sempre incline alla bontà, la nostra mente non riuscirebbe neppure a concepire l’idea del conflitto, quindi neppure della protesta. Dunque com’è l’essere umano? Sbaragliando finalmente e completamente ogni polarizzazione sul tema, nel dopoguerra siamo giunti alla conclusione che l’essere umano non è né buono né cattivo, ma che la ‘qualità cattiva’ emerge e prevale sulla ‘qualità buona’ soltanto attraverso un contesto espressamente progettato (struttura sociale), e una pedagogia formativa imposta capillarmente (cultura, cioè colonizzazione). Ma cambiare la struttura sociale e la sua cultura, al fine di ritrovare un essere umano in armonia con la natura, significa distruggere il paradigma imposto, tutto il consueto assunto come dogma indiscutibile, tutte le convinzioni, tutti gli automatismi culturali, tutti i valori di questa società mercantile, tutta questa realtà costruita sull’autoritarismo per il godimento di pochi marpioni che si passano il testimone da 5000 anni. Bisognerebbe tornare bambini non ancora scolarizzati, e rimanere tali nella coscienza, Pascoli docet.
Distruggere l’ideologia del dominio, della competizione, della cattiveria, della gerarchia, quindi abolire la guerra, i genocidi, i confini, le ingiustizie, lo stato stesso che ne è la causa. Ciò è possibile farlo, ma soltanto quando la massa tornerà ad essere un insieme di individui (basta cittadini!), cioè persone autodeterminate capaci di disubbidire, di disconoscere la cultura che hanno assorbito, e di ritrovarsi insieme nelle strade non più a competere e ad additarsi come forsennati, ma a solidarizzare e indirizzare ogni decisione sulla via antiautoritaria, libertaria. Si tratta di fare tutto l’opposto di quel che le masse fanno da cinque millenni, e che la scuola insegna loro a fare, compreso a difendere la scuola, e a credere stupidamente che l’essere umano sia cattivo per natura.

Cloud’s Walden

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La menzogna dell’uomo malvagio per natura.

Paul Gaugin Chi siamo,dove andiamo,da dove veniamo

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