Manicomi criminali una “follia” senza fine.

 

Ho ritrovato questo volantino consegnatomi in Val di Susa qualche mese fa e purtroppo rappresenta la realtà di molte persone che vengono tutt’oggi recluse dentro i manicomi e le strutture psichiatriche di stato facendo di loro degli emarginati etichettandoli e ghettizzandoli spesso a vita. Condividerò con voi questo argomento davvero toccante per cercare di combattere il silenzio e l’omertà nascosti tra quelle mura visto che in psichiatria non sono mai stati abbandonati i sistemi di tortura,è stato riabilitato l’elettrroshock e le persone vengonoancora legate ai letti di contenzione e picchiate oltre che imbottite di cocktails di psicofarmaci. Riporterò pari pari le parole di quel volantino con l’intento di capirci qualcosa in più e di cercare di porre fine a questa immane e disumana pratica coercitiva. Il volantino in questione non fa riferimento alla foto ma al testo sotto.

Attualmente in Italia sono presenti sei ospedali psichiatrici giudiziari(Aversa,Napoli,Barcellona Pozzo di Gotto,Montelupo Fiorentino,Reggio Emilia,Castiglione delle Stiviere). Al di la del nome rassicurante di ospedali,questi luoghi sono concepiti come un istituzione più a fini disciplinari che terapeutici,tant’è vero che dipendono dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (DAP),al loro interno sono presenti agenti penitenziari e sono amministrati da regole pressoché identiche a quelle delle carceri.
Ospitano persone che sono fuoriuscite dal sistema giudiziario classico dopo essere state giudicate incapaci di intendere e di volere,che sono quindi state ritenute non imputabili in seguito ad una perizia psichiatrica che ne accertasse la pericolosità sociale.Ad oggi dentro questi veri e propri manicomi criminali sono presenti circa 1500 persone abbandonate a loro stesse in condizioni di disumano degrado.
Da più di cento anni il ruolo di queste istituzioni è quello di rinchiudere tutte quelle persone non punibili tramite la legislazione penale classica. Per questa categoria di criminali non sono previste pene ma “misure di sicurezza” che hanno come finalità la “difesa sociale”.
Nel 1975 3 anni prima della legge Basaglia (legge 180),che ha permesso la chiusura dei manicomi civili, un decreto sancì il passaggio nominalistico dei Manicomi Giudiziari in Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Nella pratica quotidiana non cambiò nulla se non le targhe poste al di fuori degli istituti.
La durata della pena in OPG è determinata nel tempo,viene revocata solo nel momento in cui è dichiarata scemata la pericolosità sociale, concetto molto ambiguo. Il malato-recluso quindi non può mai sapere quando uscirà,solo il magistrato di sorveglianza può decidere quando la pena avrà fine.
Larbitrarietà del parere del magistrato in merito a questioni mediche rende di fatto la reclusione all’interno degli OPG una sorta di ergastolo bianco,di reclusione a vita,senza alcuna certezza del tempo di permanenza al loro interno senza più alcuna attinenza con il reato per il quale si era originariamente perseguiti. L’unica vera funzione dell’OPG è quella di discarica sociale dove le persone indesiderate per i propri gesti vengono rinchiuse nel tentativo di nascondere il malessere profondo della nostra società.
Nel 2010 l’inchiesta effetuata dalla commissione sull’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale ha stabilito il termine ultimo (31 Marzo 2013) entro cui tutti gli Ospedali psichiatrici giudiziari italiani dovranno essere dismessi. Ad oggi ancora nessuno dei 6 istituti si è mosso verso un adeguamento alla normativa ma anzi è prevista una proroga di 2 anni.
Sebbene il superamento di ogni istituzione totale sia di fatto una vittoria,nel caso in cui si smantellassero i manicomi criminali senza cambiare legge che li sostiene verrebbero create nuove strutture,forse più accoglienti,ma all’interno delle quali finirebbero sempre persone che hanno compiuto reati marginali,giudicate incapaci d’intendere e volere.524758_507748962619439_53670843_n

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