Nessuno è “straniero” e nessuno è “clandestino”.

Nessuno è “straniero” e nessuno è “clandestino”.

 

Gli italiani hanno spesso idee differenti e contraddittorie,perfino opposte sugli “stranieri” che emigrando da lontani paesi sbarcano sullo stivale.Invece gli “immigrati” all’unisono,la pensano nel medesimo identico sui costumi,le abitudini e i modi di fare degli italiani.

Vivendo in modo comunitario in molti in una stessa abitazione hanno continue occasioni di confrontare le idee che si sono fatti dopo una giornata di lavoro in fabbrica o in un cantiere edile,oppure a vendere cianfrusaglie per la strada.Fino a un attimo prima di addormentarsi,come se fossero in assemblea permanente,parlano,commentano,si mettono al corrente di tutto,ironizzano o si compiacciono a seconda di quello che hanno visto o provato per esperienza diretta.Impariamo soprattutto da loro.

L’approdo

Felice l’uomo che ha raggiunto il porto,Che lascia dietro di sè mari e tempeste,I cui sogni sono morti o mai nati,E siede a bere all’osteria di Brema,Presso al camino, ed ha buona pace.Felice l’uomo come una fiamma spenta,Felice l’uomo come sabbia d’estuario,Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte,E riposa al margine del cammino.Non teme né spera né aspetta,Ma guarda fisso il sole che tramonta.

(Primo Levi)

 

Nessuno è "straniero" e nessuno è "clandestino".
Nessuno è “straniero” e nessuno è “clandestino”.

 

 

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