Il connubio stato mafia.

Trattativa stato-mafia. Anzitutto per gli anarchici non è mai stata una novità, né motivo di stupore. In secondo luogo è mefistofelico far credere alla gente che lo stato e la mafia siano due entità separate, ciò che noi chiamiamo ‘mafia’ non è altro che il precipitato della cultura autoritaria imposta, nonché strumento periferico con cui lo stato fa accordi dacché è nato. Ogni stato ha il suo strumento periferico, e gli serve per tanti scopi, non ultimo quello di far credere che esistano due entità contrapposte e nemiche, di cui una è sempre buona e l’altra sempre cattiva. Sicché le trattative tra stato e mafia possiamo paragonarle alle trattative che avvengono ordinariamente tra un ufficio centrale e le sue succursali. Ogni tanto l’ufficio centrale licenzia qualche ‘cattivo impiegato’, oppure chiude alcune succursali, ma è ormai la cultura generale della massa che, legittimando l’esistenza dell’ufficio centrale, permette la diffusione periferica degli uffici del crimine. Come diceva Sciascia, se lo stato volesse sconfiggere la mafia dovrebbe suicidarsi. Siccome non lo farà mai, spetta alla massa ammazzare lo stato. Niente sangue, è sufficiente ammazzarlo nella testa e nella coscienza, nelle abitudini e nelle convinzioni. Cambiare se stessi si può, si deve. Il resto sono solo chiacchiere.

Cloud’s Waldensciascia

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