Donne, se non vi comportate bene, arriva l’Isis e vi fa il culo

“Non è bastato aver diffamato Greta e Vanessa, le due cooperanti rapite in Siria e rilasciate in gennaio, attribuendo a loro ogni genere di nefandezza. L’islamofob@ medio ha deciso che indossare la kefiah significa stare dalla parte dei terroristi. Solidarizzare con la lotta palestinese idem. Essere contrari al razzismo mirato contro persone di religione musulmana non si può. Andare a dare una mano alle popolazioni che ne hanno bisogno non va bene. Perché il fascista medio, italiano, all’estero va solo per colonizzare, partecipare a prove di imperialismo, uccidere, forse, se è il caso, ovviamente per legittima difesa, giacché hanno deciso che quelli dell’islam sarebbero tutti quanti terroristi.
Di Greta e Vanessa s’è detto che se la sono cercata, bisognava lasciarle lì, sarebbero costate agli italiani un tot di soldi, e nel frattempo si sarebbero divertite, avrebbero fatto sesso consenziente con i guerriglieri e ora, a completare la sistematica azione diffamatoria contro di loro, arriva perfino una foto in cui una combattente curda a Kobane compare con un’arma in mano. Subito a dire che si tratta di Vanessa e che quella sarebbe la divisa di una guerrigliera dell’Isis. Perciò tutti i razzisti e i fascisti che parteggiano per le politiche imperialiste USA hanno deciso che il rapimento sarebbe stato funzionale al pagamento di armi per i terroristi.
Dovete sapere che ultimamente basta non essere d’accordo su qualunque cosa i destri dicano che come minimo di augurano che l’Isis arrivi a farti il culo. L’Isis è diventato il corrispondente dell’uomo nero. Mangia tutto, bimba mia, ché altrimenti arriva l’Isis. Non rientrare tardi, figliola, ché altrimenti ti rapisce l’Isis. Nominare l’Isis è, tra l’altro, funzionale ad un certo sessismo in questo caso pronunciato in modo indiretto. L’Isis si augura alle donne che diffondono contenuti non allineati, quelle che non sono piegate al cospetto di santa madre chiesa, cattolica. Quelle che si esprimono contro l’omofobia, per le unioni gay, le famiglie omogenitoriali, e via di questo passo. Qualunque cosa tu dica, in questo momento, il razzista e il fascista medio pronuncia l’Isis per intimorirti.
Ed è già un passo avanti, se penso alla maniera in cui si evocava uno stupro da parte dei “negri” o dei “rom” se non eri d’accordo con chi usava leggende razziste per seminare paura tra la gente. Le fobie vengono diffuse apposta per controllare le tue azioni. Costituiscono la maniera più semplice per inibirti e indurti ad affidare la tua vita, la tua sicurezza, alle ronde di questo o quel gran rambo nostrano. Storia vuole che queste fobie usino spesso i corpi delle donne. Perciò noi siamo utili in quanto vittime, perché se non ci mostriamo deboli e bisognose di una difesa da parte di questi campioni di coraggio, diventiamo le ingrate che meritano di essere ripassate da uno dell’Isis.
Lo stupro o l’evocazione di una punizione che passa per la mortificazione del nostro corpo, d’altronde, è una delle migliori armi di guerra che siano mai state usate. Le donne come merce di scambio. Le loro vagine come terreno di negoziazione tra gente che ricava potere o lo perde a seconda delle circostanze. Se non sei grata, allineata, se non stai con chi “protegge le nostre donne” dal malefico straniero, meriti di essere stuprata da un esercito di neri, rom o terroristi, perché è acclarato che a stuprare siano solo gli stranieri e non i tantissimi italiani che ogni giorno affollano le cronache dei nostri mezzi di informazione.

Perciò Vanessa viene rappresentata come una guerrigliera terrorista che avrebbe fottuto lo Stato Italiano. Il fatto è che si tratta di una enorme bufala, come tante altre diffuse per screditare queste due ragazze. Vanessa è stata di recente consegnata alle gogne destrorse per via di una intervista, concessa o anche no, su questo non si hanno notizie chiare, ad un giornalista di Repubblica. Tra le altre cose, smentite poi dai familiari, si scrive che le due ragazze vorrebbero, o, chissà, potrebbero, forse, tornare a fare volontariato in Siria. Apriti cielo. Qualcuno ha parlato di biglietto di sola andata, qualcuno gliene ha dette altre, di fatto è ripartita la macchina del fango e degli insulti a chiara connotazione sessista. Poi viene fuori anche questa foto che viene diffusa con offese nei confronti di Vanessa.
A chi mette in circolo simili bufale io vorrei chiedere: ma non provate un minimo di empatia? Non vi preoccupa sapere il male che potreste fare? Il dolore che causate? Vi è chiaro che si tratta di persone, le loro famiglie, tanta gente che soffre anche per quel che viene detto di brutto in giro? Perché se ve ne rendete conto, come già scrissi tempo fa, dovreste chiedere scusa. Diversamente, vorrei dire: tra voi e quelli dell’Isis, che differenza c’è?
E, per concludere, giusto perché mi piacerebbe sapere che ne pensate del fatto che di tanto in tanto la narrazione destrorsa viene un po’ contraddetta: sapete che chi ha fatto schiantare l’aereo non era né musulmano né straniero? E no, non era un autobus volante, come ha detto qualcun@ su twitter…”

Di: Al di là del buco
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Manifesti antisessisti per una pubblicità regresso.

Seduta in autobus non posso fare a meno di leggere i manifesti che prepotenti si mostrano in tutta la loro indecenza. Manifesti per una “pubblicità progresso” antisessista, contro la violenza sulle donne :
-sai che ti picchia, se suona il campanello non aprirgli -,
ecco risolto il problema, non farlo entrare in casa, magari barrichiamoci e non usciamo più, evviva!
La sbircio tutta, una ad una, questa pubblicità progresso, pagata, forse, a qualche amico/a giusto per far girare l’economia (loro), la osservo attenta; ti presenta la violenza, nella forma maschile, ma non un accenno al “sistema” che questa violenza ha coltivato, mostrano la mano (maschio) non mostrano la testa (educazione del dominio).
La supremazia dell’uomo sulla donna trova il suo apice soprattutto nelle religioni, dove il pulpito è totalmente maschile e il ruolo della donna è solo servile. (in nome del padre del figlio e dello spirito santo).

Non più puttane, ne’ madonne finalmente solo donne, si gridava negli anni passati, azzardando vestiti più o meno colorati che coprivano un corpo che voleva poter essere libero da modelli imposti dalla società capitalista, donne che volevano poterlo gestire quel corpo nella più piena libertà.
Quella libertà, che per tante ancora costa cara, rimarrà irraggiungibile fintantoché l’uomo non si libera definitivamente da tutte le ipocrisie su cui si basa il sistema e dalle quali, spesso, nasce la moralità bigotta e possessiva, o, ancora, la rivalità aggressiva e dispotica.

“il corpo é mio e lo gestisco io” altro vecchio slogan che forse non teneva conto della superbia femminile che quel corpo ti invita a curarlo di più (magari dall’estetista) o della competitività femminile “cos’ha quell’altra più di me” che spesso si traduce in tette e culo (ognuno ha il suo metro), se non anche del disprezzo femminile, pronto a giudicare ed a etichettare chi del proprio corpo fa quel che vuole, perciò giù con ipiteti: puttana, troia, zoccola ………. , dimenticavo, “chi si crede d’essere questa femminista di merda” (frase non di esclusiva proprietà del maschilista).

La strada da percorrere é ancora lunga, ed anche se ci sono uomini che capiscono o almeno tentano di capire, ce ne sono ancora tanti chiusi nel lutto della loro ottusità e che, purtroppo, si nutrono e si rafforzano anche di quei diti puntati fra donne.

Un poco più di rispetto non farebbe male a nessuno o come dicevano gli hippy: – “fate l’amore, non fate la guerra” – e se abbiamo bisogno d’un metro, che sia quello dell’intelligenza.

Cat. Denise1610895_810508542366979_6653332378955240690_n

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