La prostituzione è una gran vecchia e brutta storia.

Ti strappa le carni non solo il vestito, ti succhia l’anima per ogni goccia di sangue. Non sei una persona, non é più tuo il corpo é suo. É lui che possiede, é lui che gode, tu non senti nulla solo dolore e diventi pietra.

Sarebbe stato diverso se mi avesse pagato? O regalato qualcosa di prezioso? Avrei fatto una bella doccia e con lo sperma se ne andava anche quella sensazione di vuoto? Avrei riconosciuto subito le mie mani come parte di me se mi avesse pagato? Sarei uscita contenta per aver risolto la mia precarietà e avrei potuto togliermi qualche sfizio dettato dal consumismo sfrenato? Avrei deciso di continuare a farlo? Magari chiedendogli di farmi da protettore, pardon da datore di lavoro? Ma di cosa si sta parlando, mi chiedo, in certi post che ho letto. Datemi pure della moralista, della retrograda non mi interessa sono abolizionista.

Vorrei che la prostituzione sparisse altro che lavoro. “Per diventare donne dobbiamo diventare puttane”, o una frase simile invita alla lettura di un altro post; non lo leggo, non mi piace già il titolo. Forse il post diceva esattamente l’inverso ma non credo; no non mi piace é quello che vuole il maschilista “sei la MIA puttana” no per “diventare donne”, secondo me, dobbiamo pretendere rispetto: – se faccio sesso non sono la TUA puttana sono una DONNA che decide di dare piacere e ricevere piacere come scambio consensuale tra persone alla pari, cosa che non può essere se una/uno é compratore. Parafrasando una poesia “scopiamo fino ad innamorarci ma non fino a prostituirci”.

La prostituzione é una brutta storia, lo é sempre stata, anche quella fatta volontariamente, senza protettore, così era negli anni ’70 e ’80 quando i/le ragazz* si prostituivano per acquistare eroina e oggi per acquistare l’ultimo iPhone. Sono certa della buona fede di chi sta lottando per il riconoscimento della prostituzione come lavoro, ma sono convinta che questo renderebbe la donna più vulnerabile rendendola ancora “oggetto di piacere” oltre al fatto che non verranno mai riconosciuti i diritti di tutte quelle donne che per la strada son costrette. No la lotta da fare, a mio avviso, é perché ci sia un lavoro per tutti, per l’aumento della paga e la diminuzione dell’orario di lavoro, il sesso non dovrebbe essere in vendita e chi non trova un/una compagn* per farlo, bhe …… usino la fantasia così imparano a conoscere ad amare se stessi. Scusate poi la mia ironia, per finire, ma se la prostituzione diventasse un lavoro a tutti gli effetti sicuramente, per scelta o per costrizione, aumenterebbe la concorrenza e si dovranno abbassare i prezzi.

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