COS’È E PERCHÈ L’ANTIMILITARISMO!

Con il termine Antimilitarismo si cerca di delineare e definire un movimemto sociale, e al contempo un ideale, che si pone in netta opposizione alla guerra e alle sue istituzioni militari, e si schiera fortemente contro alle pratiche di esaltazione e diffusione dello spirito militaristico.
Una delle istituzioni contro cui si scaglia maggiormente il movimento antimilitarista è l’Esercito( inteso come lo conosciamo noi oggi, nella sua forma moderna).
Gli eserciti “moderni” nascono accanto alla nascità, ma soprattutto all’affermazione delle Entità Statali, con il compito della repressione tramite l’utilizzo della forza. In sostanza il compito principale degli eserciti è sempre storicamente stato quello di difendere le classi dominanti e i loro interessi, arrivando con l’affermarsi del Capitalismo a livello nazionale e mondiale a difemdere sempre più l’interesse del capitale, rimanendo di fatto assoggettati ad esso.
Il dibattito antimilitarista nel corso del 900 si dirama in 2 metodi:
-La DISERZIONE aperta al servizio militare
-La PROPAGANDA ANTIMILITARISTA all’interno dell’esercito stesso
Durante il periodo della Grande Guerra (1914-1918) molti antimilitaristi chiamati dai loro paesi a combattere per la patria, scelsero la via della diserzione si dichiararono pubblicamente contrari alla guerra.
Ed è proprio grazie alle lotte antimilitariste dei primi anni del 900, che oggi quasi in tutto il mondo, o comunque in quasi tutti i paesi dell’occidente, viene riconosciuto il diritto di rifiutare e sottrarsi allo svolgimento del servizio militare (cosa che comunque non avviene ancora in paesi come Turchia o Israele).
Storicamente l’Antimilitarismo ha trovato nell’ Anarchismo la sua collocazione prediletta, in quanto nel pensiero anarchico l’Antimilitarismo prese sfumature e significati nuovi.
Infatti sorge spontanea la domanda: “Ma perché si combatte il militarismo?!”
Ed è proprio nel pensiero anarchico che questa domanda può trovare più risposte.
Inanzitutto in quanto combattere il militarismo significa combattere l’autorità dell’uomo sui suoi simili.
In seconda battuta poiché il militarismo è la prima forma di violenza autoritaria e che si presenta come primo nemico della libertà individuale.
Seguendo queste due motvazioni si può trarre la conclusione della convinzione di molti anarchici che “senza esercito, senza soldati, senza gente che faccia il mestiere di esercitare la violenza sui propri simili, non sarebbe possibile il mantenimento di alcun privilegio economico e politico.”
Facendo un passo ancora più avanti, possiamo definire due modi/tendenze all’approccio antimilitarista: una avversione ETICA/INDIVIDUALE ed un’altra POLITICA/COLLETTIVA all’istituzione militare e alla guerra.
Ed è proprio in queste due tendenze che si inserisce l’Anarchismo, in quanto l’antimilitarismo viene visto come mezzo tramite cui mettere in atto una lotta concreta, capace di mettere in discussione l’entità e l’autorità statale; quest’ultima si autolegittima agli occhi dei suoi cittadini attraverso l’utilizzio della forza rritenuto legittimo e indispensabile per mantenere l’ordine sociale vigente.
Come ho accennato spesso Stato ed Esercito sono quasi imprescindibili l’uno dall’altro, e sono legati da una interconnessione forte, possiamo parlare di dipendenza reciproca, senza l’esistenza dell’uno, cesserebbe esistemza e legittimità dell’altro. Ed è appunto a causa di questo dualismo che ha senso l’Antimilitarismo di matrice anarchica, in quanto il rifiuto dell’istituzione militare va di pzri passo con il rifiuto del potere e dell’entità statale.

Dopo tutto questo però non dobbiamo confondere Antimilitarismo anarchico con il Pacifismo, in quanto sono adottano sostanzialmente due visioni diverse.
Infatti, mentre il movimento pacifista rifiuta categoricamente il ricorso alla violenza, e anzi tende a raggiungere i suoi scopi attraverso mezzi non violenti, alcune correnti dell’anarchismo vedono nella violenza una sorta di “male necessario”, un mezzo per il raggiungimento di una società più egualitaria e libertaria. Ed il concetto che sta alla base di questa visione anarchica è quello della violenza legittima da parte degli oppressi, mentre la violenza da parte degli oppressori è qualcosa da condannare in quanto non legittima.
E l’immagine sottostante si collega perfettamente a questa idea anarchica, ovvero che bisogna combattere chi opprime per donare pace e libertà a noi oppressi.
Concludo citando una celebra frase dei Crass( gruppo anarco-punk inglese): FIGHT WAR NOT WARS.

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Chi dice Stato dice Guerra

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Chi dice Stato dice Guerra

Ho smesso di cercare le motivazioni dell’odio ormai già da tanto tempo, non hanno ragioni solo stupidità. L’essere umano ha imparato la violenza nel momento in cui ha smesso di contemplare la natura. La fragranza del vento, il profumo del muschio, la delicatezza del manto di foglie appena cadute, il turbinio che si trova al di là del bosco, la sensazione di profonda armonia che si ha nell’ascoltare il picchio che smette il suo lavoro un minuto prima della pioggia. Non esiste una sola ragione per dichiarare guerra all’esistente, per violentare la terra cosi come non esiste ragione alcuna per assoggettare un essere umano ad un’altro. La guerra fa schifo, non ha distanze, non ha ripari, soluzione, confini, non ha bandiere, recinti, risposte, non ha vita, calore, argomenti, non ha niente se non vigliaccheria, oltraggio, infame morte. Oggi pomeriggio seduto sul tronco addormentato del faggio, nel sentiero che porta alla chiara sorgente, ho ascoltato il richiamo della poiana che solitaria seguiva l’ultimo raggio di un tiepido sole di novembre. Un’ultimo battito di ali ed e’ sparita nel rosso dell’orizzonte, quasi a scappare dal nero, che silenziosamente, si allungava ad avvolgere la valle. Tornato sui miei passi mi sono voltato ancora, appena un pò, a cercare l’aurora ormai scomparsa e trattenendo il respiro e i piedi ho sentito il suono del torrente che placido mi salutava. Dedicato alla nostra infinita libertà…

Olmo

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