IL PENSIERO DI BAKUNIN SULLA SCIENZA

“… La scienza comprende il pensiero della realtà, non la realtà stessa; il pensiero della vita, non la vita. Ecco il suo limite, il solo limite che essa non può varcare perché è un limite dato dalla natura stessa del pensiero, che è l’unico organo della scienza.
Da questo suo carattere derivano i diritti incontestabili e la missione della scienza, ma ne derivano altresì la sua impotenza vitale e la sua azione nefasta ogni volta che, attraverso i suoi rappresentanti ufficiali e patentati, si arroga il diritto di governare la vita.
La missione della scienza è di constatare i rapporti generali delle cose, effimere e reali, di riconoscere le leggi generali inerenti allo sviluppo dei fenomeni del mondo fisico e del mondo sociale; così operando, essa fissa le pietre miliari della marcia progressiva dell’umanità.

In una parola, la scienza è la bussola della vita, ma non è la vita. La scienza è immutabile, impersonale, generale, insensibile, come le leggi di natura di cui essa è la riproduzione ideale, riflessa o mentale, cioè cerebrale. (Per ricordarci che la scienza stessa è il prodotto di un organo materiale dell’organismo materiale dell’uomo: il cervello).
La vita è fuggitiva ed effimera, ma palpitante di realtà e di individualità, di sensibilità, di sofferenze, di gioie, di aspirazioni, di bisogni e di passioni. È essa sola che crea, spontaneamente, le cose e gli esseri reali.
La scienza non crea nulla; si limita a constatare e riconoscere le creazioni della vita.
E tutte le volte che gli uomini di scienza, uscendo dal loro mondo astratto, si occupano della creazione vivente nel mondo reale, tutto ciò che propongono o creano è povero, ridicolmente astratto, privo di sangue e di vita, nato morto, simile all’homunculus creato da Wagner, il discepolo pedante dell’immortale dottor Faust.
Ne consegue che la scienza ha per unica missione quella di illuminare la vita, non di governarla.
Il governo della scienza e degli uomini di scienza, fossero anche dei positivisti, dei discepoli di August Comte o anche dei discepoli della scuola dottrinaria del socialismo tedesco, non può essere che impotente, ridicolo, inumano, crudele, oppressivo, sfruttatore, nefasto.
Si può dire degli uomini di scienza come tali ciò che si disse dei teologi e dei metafisici: essi non hanno né senso né cuore per gli esseri individuali e viventi. Né di ciò si deve far loro rimprovero, perché è conseguenza naturale del loro mestiere.
Come uomini di scienza, essi non possono interessarsi che delle generalità e delle leggi.
Essi però non sono esclusivamente uomini di scienza, ma anche, più o meno, di vita.
Tuttavia non bisogna fidarsene.
E se si può essere abbastanza certi che nessuno scienziato osi attualmente trattare un uomo come tratta un coniglio, c’è da temere sempre che la casta degli scienziati, se la si lascia fare, possa sottoporre gli uomini viventi ad esperimenti scientifici certamente meno crudeli ma non meno rovinosi per le vittime umane.
Se poi gli scienziati non possono fare esperimenti sui singoli corpi degli uomini, non chiederanno di meglio che di farne sul corpo sociale: ecco ciò che bisogna assolutamente impedire… “
Michail Bakunin da Scienza e scientismo
IL PENSIERO DI BAKUNIN SULLA SCIENZA
IL PENSIERO DI BAKUNIN SULLA SCIENZA
/ 5
Grazie per aver votato!

Rispondi