Ci vorrebbero tutte “puttane”.

Abbiamo lottato per cosa? Se come ieri, peggio di ieri, ritorniamo alla ribalta come bamboline vuote da mettere in mostra per poter vendere un prodotto o un programma di merda. Quel che é peggio é che tante donne si prestano a questo, non ci vedono nulla di male se non sparlare di quella che é stata presa solo perché “l’ha data”. La lotta che le femministe fecero per la parità dei diritti prevedeva anche quello del corpo delle donne, cioè il rifiuto totale dell’utilizzo del corpo-oggetto sia a scopo pubblicitario, sia di prostituzione, intendendo non solo quella a pagamento ma anche quella del letto coniugale. Le femministe di allora arrivarono, per ottenere il diritto di gestire il proprio corpo senza alcuna mercificazione, all’invito all’utilizzo della masturbazione e all’allontanamento del maschio perché il sesso lo utilizza solo a scopo e piacere personale. Più avanti il movimento si aprì, per fortuna aggiungo io, a quegli uomini che piano piano capirono, ed é stato giusto perché, a mio parere, il percorso va fatto assieme. Davano fastidio queste femministe tanto che i fascisti, sempre in gruppo,per punizione se ne beccavano una la stupravano; Franca Rame fu il caso più conosciuto ma non l’unico. Ritornando agli spot sessisti, però, dobbiamo rilevare che anche il corpo maschile viene messo in vendita mostrando corpi atletici e sensuali come del resto quelli femminili. Per quegli uomini ma soprattutto donne meno piacenti sono riservati gli spot per prodotti che richiamano la famiglia. Praticamente gli spot sono la società di oggi, con il beneplacito della chiesa e della scuola braccio forte dello stato. E le femministe di oggi? A parte la prima manifestazione di “se non ora quando”, nata dall’indignazione del vecchietto che ci voleva tutte puttane, e miseramente fallita, che fanno? Che facciamo? Non é facile uscire da questa spirale sessista perché lo stato ha fatto un bel lavoro e ci ha ben divise. Non dobbiamo però darci per vinte e vinti ma dobbiamo continuare a parlarne auspicando a un nuovo movimento di lotta contro la mercificazione dei corpi e per una educazione libertaria necessaria per riappropriarsi della mente oggi chiusa in una cella la cui chiave la possiede sempre lui, lo stato.

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