I fondamenti della libertà: intervista a Mario Rossi

Abbiamo oggi il piacere di intervistare Mario Rossi dell’omonima Officina Grafica. MR Officina e MR Edizioni: due facce della stessa medaglia?

Si tratta di due sigle che vengono utilizzate nell’autoproduzione di libri, magliette e gadgets il cui ricavato è interamente destinato a cause sociali (lavoriamo gratuitamente). Nel caso del libro, MR Officina indica che l’abbiamo impaginato e ne abbiamo disegnato la copertina, MR Edizioni indica, invece, che ne abbiamo curato ogni aspetto: dalla correzione delle bozze, alla produzione, alla promozione, alla vendita.

Nei libri da voi prodotti si legge “Massa, Carara, Pariggi, Niu Iorc” e nel vostro logo l’Officina è sottotitolata “La ppu’ amatta dai leteratti”. Qual’è il senso di queste certamente consapevoli sgrammaticature?

Preciso che a “La ppu’ amatta dai leteratti” seguono anche un punto, una virgola e un punto e virgola. Quando abbiamo intrapreso questa attività abbiamo scelto di non prenderci troppo sul serio e di stare dalla parte di chiunque avesse qualcosa da dire contro lo status quo, indipendentemente da come fosse in grado di esprimersi. Se nella storia soltanto i colti avessero potuto avere la parola, oggi nel mondo il numero di infelici sarebbe ancora maggiore. Poi, però, abbiamo capito che non sempre far salire in cattedra un ignorante (in barba agli chic e all’ipocrita meritocrazia moderna) è una scelta azzeccata, perché l’ignorante, sentendosi cinto di alloro, potrebbe perdere la sua umiltà, convincersi di essere un poeta, uno scrittore, un letterato… e mangiarsi in un sol boccone i suoi buoni principi.

E quando ciò accade non è possibile ricondurre il soggetto alla ragione?

Non è facile: in primo luogo opera l’effetto Dunning-Kruger (impossibilità per l’ignorante di accorgersi della propria ignoranza a causa della stessa), in secondo luogo, se il soggetto è un narcisista e tu provi a frapporti tra il suo io e il suo super-io, diventerai il suo peggior nemico.

Addirittura?

Ma sì, il narcisista può commettere le peggiori nefandezze, specie se patologico: vive nella falsità e dice cose false su sé e gli altri. I social ogni giorno ci dimostrano che il desiderio di sentirsi altro da sé è ciò che più anima le masse e apre i portafogli. Il mercato non ha più bisogno di diffondere la menzogna perché la menzogna è già lo sport preferito dai consumati consumatori. Pertanto, abbiamo maturato la convinzione che prima di formarsi un’idea politica occorra formarsi un cervello pensante, in cui cultura e ideali generino una sorta di immunità verso l’ignoranza e il narcisismo dilaganti. In caso contrario, l’umanità non sarà più divisa tra chi è a favore dello sfruttamento e chi lo combatte, ma sarà beatamente unificata dall’imbecillità.

Sono quindi queste le premesse di “Danunzio, il «Vater reincarnito»”, il vostro libro di prossima pubblicazione?

Certamente, Danunzio è un minus habens che si crede di essere la reincarnazione (rectius il «reincarnimento») del poeta Vate (ora «Vater»): nulla può ostacolare la sua presunzione, tantomeno il suo semianalfabetismo. Danunzio rappresenta, in buona sostanza, l’ultimo stadio dell’homo social social, simbolo di quella massa di decerebrati allo specchio verso cui abbiamo sentito il dovere di rivolgere la nostra critica sociale.

Grazie Mario, anche per quello che fai per noi.

Grazie a voi e viva l’anarchia!

 

I fondamenti della libertà: intervista a Mario Rossi
I fondamenti della libertà: intervista a Mario Rossi

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