Marcello Bernardi e la società dei senza cuore

Protestare, indignarsi, manifestare, desiderare un cambiamento… che cosa vogliono dire ormai queste cose in una  società come la nostra? Esse purtroppo auspicano soltanto una riforma del potere, che è la causa dei nostri guai, e non la sua eliminazione.

Un’eliminazione che dovrebbe essere prima di tutto mentale, concettuale, ideale. Marcello Bernardi traccia un profilo secondo me molto preciso del riformista tipico della nostra epoca, e scrive: ‘…Ma la schiera di questi volonterosi manifesta sintomi di disorientamento e di confusione.

I neoribelli si rivelano solitamente incapaci di esprimere una protesta individuale e tendono ad aggregarsi in gruppi il più possibile omogenei, fanno quasi sempre riferimento a un Capo carismatico che garantisca una copertura ideologica, o addirittura fideistica, e con varie giustificazioni cercano di sottrarre

alla critica alcuni valori tipici della cultura post-industriale cui non si sentono di rinunciare, e segnatamente il valore-danaro.

In altri termini, assumono una posizione di radicale contestazione nei confronti del sistema dominante, ma ne conservano diligentemente alcune connotazioni fondamentali.

E forse non a caso ne conservano proprio quelle che costituiscono la sua matrice socio-politica: il potere, la sudditanza, la disciplina, la produttività economica, il profitto.

 

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