Massa città da denomadizzare e disumanizzare.

E’ sempre più stupefacente  Stefano Benedetti consigliere comunale di F. I. di Massa. Pochi giorni fa ha protestato contro il comune perchè aveva assegnato una casa popolare a una famiglia di sinti, fino a quel momento accampata nel parcheggio di Mirteto. La casa popolare non doveva essere data a questi “zingari” perchè non  ne avevano reale bisogno, essendo accampati nel parcheggio  dove “disponeva comunque di un posto per vivere con tanto di servizi” (parole sue), non ne avevano diritto non essendo italiani e massesi, non ne avevano fatto domanda e non erano graditi agli altri coinqulini. Oggi, dopo che in un’area di sosta non autorizzata, nei pressi del campo sportivo si è verificato un incendio  chiede perentoriamente a comune e prefetto che chiudano tutti i campi abusivi di Massa, e ne caccino i residenti. I campi degli “zingari” (ma Benedetti scrive la parola senza virgolette) non autorizzati costituirebbero un grave pericolo  – anche “perchè all’interno vi vivono diversi bambini”i -, sia per i loro abitanti che per chi ci vive vicino (? sic). Tra i campi che considera pericolosi cita espressamente reclamandone con insistenza la chiusura, proprio il parcheggio di Mirteto. Ma se fino a ieri lo considerava un’alternativa valida per gli “zingari”, “un posto per vivere con tanto di servizi” , rispetto alle case popolari, come mai oggi  lo presenta come altamente pericoloso e da smantellare? Un minimo di coerenza non guasterebbe. Ma il tarlo che rode Benedetti è sempre lo stesso. Lui, gli “zingari” li vuole fuori da Massa. Massa deve diventare una città “denomadizzata”. 
Non solo perciò ha raccontato balle sui sinti a cui è stata assegnata la casa popolare che sono, italiani, massesi di residenza e inseriti nella graduatorie delle case popolari, ma non propone nulla, nonostante l’accenno pietistico ai “diversi bambini” presenti nei campi, di alternativo alle aree di sosta non autorizzate, attualmente abitate de sinti e rom quasi tutti, se non italiani,  “comunitari”: Se si cacciano da Massa (ammesso e non concesso che sia legittimo e possibile), dove devono andare? Perché da qualche parte dovranno pure andare, non essendo puri spiriti, ma cittadini italiani, magari anche massesi ed europei. 
Invece si limita a ventilare che Comune e Prefetto potrebbero finire in guai giudiziari nel caso succedessero disgrazie in questi campi. Ma i guai seri capitano invece soprattutto a chi viene “evacuato” e buttato in mezzo alla strada, nell’assoluta precarietà, senza alternative. E’ successo a Livorno, dove morirono bruciati vivi quattro bambini rom, perché, cacciati con i loro genitori da un campo sosta non autorizzato, si erano  dovuti accampare, sotto un cavalcavia dell’autostrada, in mezzo alle sterpaglie, lontano da ogni fonte d’acqua e servizio. Una vergogna irreparabile per la città di Livorno e per la magistratura che non ha fatto giustizia. 
La città di Massa non ha un solo campo sosta autorizzato, mentre la Comunità Europea chiede che ogni comune se ne doti. Perchè non si provvede ad attrezzarne qualcuno come avviene da altre parti, a Carrara, a La Spezia, a  Pisa, a Lucca, eccetera, per dare loro una sistemazione decente, invece di costringerli a vivere nell’insicurezza e nella precarietà?  

Benedetti ce l’ha con rom e sinti, estracomunitari e comunitari dell’est: per lui attentano alla sicurezza, delinquono, rubano, schiamazzano, portano malattie, sono sporchi, dormono in ruderi occupati abusivamente, bivaccano nelle piazze, rendono indecorosa la città, chiedendo l’elemosina o vendendo cianfrusaglie. Se poi sono rom e sinti, le accuse e il disgusto arrivano all’ennesima potenza, sono ladri,  infidi, criminali, sporchi, fastidiosi,  per natura, fin da bambini. Non si vogliono integrare, ma rimanere “zingari”,  per cui vanno respinti ai loro paesi d’origine, senza buonismi e incertezze. Sono giudizi che esprime sistematicamente per scritto e in trasmisisoni televisive.
Si dà il caso però, restando ai rom e ai sinti locali, che sia molto difficile applicare loro, i suoi drastici sogni di pulizia etnica (anche se non costituiscono affatto delle etnie, termine sinonimo di razza, che va quindi rifiutato, anche se il nostro lo usa). Perchè i rom del Lavello non sono sotto la giurisdizione di Massa, mentre lui è consigliere comunale di questa città, sono nati per lo più in Italia e a Massa Carrara, molti hanno, per questo, ottenuto la cittadinanza italiana a 18 anni,  altri sono apolidi, essendo fuggiti dall’ex Jugoslavia in tempo di guerra dove hanno perso casa, paese e anche nazionalità, con lo spostamento dei confini interni. 
Per i sinti, quelli accampati nel parcheggio da sempre semivuoto (anche quando non c’erano loro)  di Mirteto, le cose, per quanto desidera Benedetti, risultano ancor più deludenti, perchè sono tutti, ma proprio tutti, italiani, da secoli, magari, chissà, da prima della famiglia Benedetti, hanno la residenza a Massa e molti di loro sono nati in questa zona. Dove rimpatriarli, quindi se già sono nel lor paese d’origine e nella loro città di residenza? 
Di fronte a questa ineludibile contraddizione e impossibilità, anni fa Benedetti polemizzò contro il Comune, reo di non averli sistemati, per sgomberare il parcheggio, in qualche casa popolare. O in un altra area. Il Comune di Massa propose allora di realizzare, temporaneamente un campo sosta, nell’area abbandonata delle Jare. Benedetti insorse e mobilitò un po’ di abitanti della zona, che non volevano avere come vicini degli “zingari” e in alternativa propose di confinarli, volenti o nolenti, nella zona  sperduta, fuori mano e senza servizi, dell’ex Polveriera e di mantenerli costantemente sotto controllo, funzione da affidare, se possibile, alla sua organizzazione dal significativo e benaugurante nome di SSS. 
Già l’Europa ha accusato e sanzionato l’Italia per le sua gravi discriminazioni nei confronti dei rom e dei sinti; attuando le proposte di Benedetti  si incorrerebbe sicuramente in nuove sanzioni. Perchè le leggi europee, prevedono per i campi rom e sinti, l’esatto contrario dell’isolamento e del confino sorvegliato che vuole Benedetti. I campi devono essere vicini ai centri abitati in modo da favorire l’integrazione e la facilità dei rapporti con la popolazione. Senza contare che nessuno può costringere dei cittadini italiani a risiedere dove vuole Benedetti o a farsi controllare da una organizzazione privata per di più dichiaratamente ostile nei loro confronti. 
Dopo anni, il comune di Massa assegna una piccolissima casa popolare a una famiglia sinta di otto persone fin qui accampata a Mirteto. Ma neanche questa sistemazione piace al nostro consigliere. E’ uno scandalo che sia stata data una casa popolare a una famigli di sinti che “disponeva comunque di un posto per vivere con tanto di servizi” a Mirteto, quando ci sono tanti cittadini massesi in graduatoria in attesa di assegnazione. 
Fino a ieri Benedetti chiedeva lo sgombero dei sinti da Mirteto, perché accampati illegittimamente e in modo indecoroso e in condizioni disumane  in un parcheggio, senza adeguati servizi e igiene, ma oggi, improvvisamente, dato che  qualcuno di loro ha ottenuto la casa popolare per la quale era in graduatoria da anni, scopre che deve restare nel parcheggio visto che  “disponeva comunque di un posto per vivere con tanto di servizi”. 
Il degrado in cui vivevano i sinti  di Mirteto, secondo Benedetti, tanto da volerli deportare alla Polveriera,  improvvisamente è scomparso. Vivevano già «con tanto di servizi» a Mirteto, perché trasferirli? «Difficile – specifica Benedetti –  comprendere il motivo per il quale per l’ennesima volta, è stata favorita una famiglia di nomadi rispetto a chi è molto più radicato sul territorio e vive da anni in condizioni di estremo disagio sociale ed abitativo. Bisogna forse trasformarci in zingari per farci riconoscere i  nostri diritti umani, oppure, vi decidete una volta per tutte a iniziare a prendere in considerazione anche i nostri simili, cioè gli italiani e i massesi, coloro che questo territorio lo vivono da sempre e vi sono fortemente radicati?» Per l’«ennesima volta sono stati concessi alloggi popolari a famiglie di nomadi». Ma quando mai? Non è vero. Ce li dica Benedetti quali e quante assegnazioni di case popolari sono state fatte ai sinti per poter giungere a una cifra che sia possibile definire ennesima. Ma se lo vuole mettere in mente una buona volta che i sinti di Mirteto sono italiani e massesi e quindi con eguale diritto di tutte le altra famiglie  di questo territorio di accedere a una casa popolare? Non può far finta di non saperlo. Non può non rendersi conto che è una grave discriminazione, distinguere i sinti dai  «nostri simili, cioè gli italiani e i massesi». Ma al peggio non c’è limite.  Benedetti dichiara di  essere intervenuto su questo caso per sostenere la causa dei «residenti dello stesso condominio» (al quale è stata assegnata la famiglia sinta), che «non hanno nessuna intenzione di convivere con questa gente». Questa gente?…  Benedetti la Lega di Salvini ti attende …

Marcello Palagi10645144_600355286767550_1288470111590808507_n

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