Monologo con un compagno schiavo moderno

Caro schiavo, compagno di sventura che mi stai accanto, anche tu come me con la catena ai posi, tu da secoli vieni a dirmi che questa nostra condizione è penosa, che questa realtà è ingiusta, malata, violenta.

Caro schiavo, compagno di sventura che mi stai accanto, anche tu come me con la catena ai polsi, tu da secoli vieni a dirmi che questa nostra condizione è penosa, che questa realtà è ingiusta, malata, violenta. Come posso darti torto, caro compagno oppresso e incattivito? Epppure ti vedo, ti ascolto, tutte le volte che accarezzi queste catene, e lo sai fare in mille modi diversi, e come le lustri per bene! , mi dici che sono un sognatore e secondo te questo non va bene, non sarei serio e con la testa sulle spalle, mi dici. Ebbene, come puoi dirmi che la cosa saggia da fare è non sognare, non avere utopie, stare dunque nella realtà, quando un attimo prima accusi proprio questa realtà? Deciditi. Non cadere in contraddizione. La verità è che tu non hai più sogni perché sei già morto dentro, e non lo sai. La libertà ti fa paura, infatti pensi che se io mi liberassi i polsi e scappassi, chissà poi cosa farei, vero? E tu cosa faresti da libero? Pensaci! Cosa faresti? Anzi, pensa intanto a quello che da secoli ti stanno facendo i padroni e a quello che stai facendo tu, ora! Io voglio solo essere libero, vivere e lasciar vivere, non essere padrone di nessuno e neanche schiavo di qualcuno, ma tu questo lo trovi immorale, assurdo, impossibile, e persino pericoloso. Vedi, un pollo cresciuto in gabbia forse pensa che i suoi compagni che razzolano fuori siano malati, ma se a quel pollo gli aprissimo la gabbia stai certo che nel giro di pochi secondi il becco fuori lo metterebbe, mentre tu, educato e istruito come sei, non vuoi fare neanche quello, e non facendolo costringi anche me nella gabbia di questa realtà di cui ti lamenti, ma che continui a perpetuare trovando mille pretesti per lustrarti le catene ai polsi e sceglierti il padrone che, da quelle catene da te difese, prende tutta la sua forza di padrone.

Paolo Schicchi

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Una risposta a “Monologo con un compagno schiavo moderno”

  1. E’ proprio vero,lo schiavo è felice perchè il padrone gli da i contentini ma nel frattempo gli ruba la vita….bisognerebbe capire che la vita è breve e dobbiamo viverla da individui societa libera ,uscire da quest’incantesimo è possibile,cominciando dalle scuole proprio come fanno i padroni che ti netraulizzano la mente fin da tenera età….potremmo farlo tutti insieme,mi chiedo come possiamo convincere o meglio far prendere coscienza agli altri?
    Il poter ha tutti i mezzi per stroncare ogni iniziativa ,allora non ci rimane che la lotta e soòo dopo potremmo sperare in una presa di coscienza collettiva……

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