Perchè diciamo no all’expo 2015.

“Eataly (così come Slow Food e Coop) ha un ruolo fondamentale nella costruzione fiabesca della mega esposizione mondiale (mondiale, ma, come si è visto, nutrita di inglese maccheronico, se va bene), contribuendo a rendere appetitosa e pulita la facciata di Expo. Ormai è chiaro ed evidente che questa facciata ecologista e biologica costruita da Oscar Farinetti e dai suoi “soci” nasconda un modello alimentare d’élite, che nega il diritto alla sovranità alimentare e la libertà di coltivare e vivere della terra in maniera autonoma ed esterna ai circuiti dell’agroindustria e delle certificazioni di controllo europee.
Ma di fronte all’evoluzione dei “padroni dei semi”, questi ultimi si impegnano a propinarci l’idea della “opportunità”, che sa tanto di “voto utile” o simili.

Essere contro Expo, oltre alle diffuse (e sacrosante) motivazioni, significa anche essere contro la moda insulsa e vuota del “biologico”, etichetta elitaria svuotata di significato se impiegata da chi fa di tutto per fregiarsi del riconoscimento “bio”, avvalendosi, però, senza scrupolo alcuno, del lavoro semischiavistico della manodopera immigrata.
Ciò che fa arrabbiare non è tanto che l’evoluzione del dominio e dello sfruttamento vengano spacciati per progresso, partecipazione, libertà, opportunità, possibilità di futuro e nutrizione. Ciò che più fa arrabbiare è che questa presentazione fiabesca provenga dalla compagine del cibo elitario che porta alta la – finta – bandiera della buona cucina italiana.

Vanno, quindi, sostenute le svariate iniziative di lotta e occupazione, come le esperienze di Mondeggi e Caicocci, anche per collegare tra loro i lavoratori immigrati, schiavizzati come braccianti e collegarci con loro.

E, naturalmente, non ci spaventa la prevedibile militarizzazione del sito espositivo e del territorio circostante, con la scusa dell’antagonismo sociale e del terrorismo internazionale, per imporre un modus operandi, nutrito di paradigmi emergenziali già visti, che vuole limitare la libertà di movimento e di espressione”.

CI vediamo il primo maggio!

Dal webno-expo-articolo-621-

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