LA SOTTILE LINEA ROSSA

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LA SOTTILE LINEA ROSSA

 

Ci è voluta l’IFA perché la Federazione Anarchica Italiana condannasse l’aggressione criminale all’Ucraina. Infatti, nel comunicato della FAI del 25 febbraio (federazione anarchica italiana) la Federazione Russa è menzionata solo per dire che “si trova in una posizione difensiva che la costringe ad attaccare per rimanere in piedi”. Sull’organo ufficiale della FAI, Umanità Nova, non un articolo sul genocidio in atto in Ucraina. Bucha è una parola che sul sito di UN non compare nemmeno per sbaglio. Per questi signori i poveri resti nelle fosse comuni non sono nemmeno degni di nota: hanno forse il dubbio che si tratti di pupazzi di cartapesta costruiti dalla NATO e dall’ENI? La FAI non ha esitato ad appoggiare la resistenza in Rojava del comunista Öcalan, è invece restia anche solo ad associare i termini resistenza ed Ucraina. Questo è alquanto singolare poiché in Ucraina non esiste solo il battaglione Azov, ma ci sono anche anarchici che combattono e resistono in nome di una prospettiva antiautoritaria (CrimethInc. : Guerra e anarchici: Prospettive antiautoritarie in Ucraina). Dopo l’ANPI (che “condanna fermamente il massacro di Bucha, in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’Onu e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché é avvenuto, chi sono i responsabili”) anche la FAI manifesta una evidente ambiguità, come se tra il comunismo marxista-leninista del Partito dei CARC (“Putin lotta controimperialismo”) e il comunismo anarchico la linea di confine non fosse ben marcata.

 

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