La palla è mia e decido io quando si smette di giocare

E’ inaccettabile recarsi ad una commissione comunale e sentire da un presidente di commissione pretendere i documenti dai cittadini presenti per poter assistere alla seduta.
E’ quanto è successo stamani alle 11 in commissione comunale alla quale il presidente Poletti pretendeva dagli ospiti presenti di esibire un documento di identità per la loro presenza ed un loro eventuale intervento alla fine.
Uno dei presenti ha fatto notare al signor Poletti che si trattava di un abuso ma si è detto favorevole – nel caso in cui vi fosse un regolamento che lo prevedesse – ad esibirlo senza alcun problema. Il presidente ha chiamato i vigili urbani, i quali si sono precipitati nella sala della commissione, specificando che un loro intervento potrebbe essere giustificato solo se sussistessero problemi di ordine pubblico. A quel punto il presidente non rassegnandosi all’idea afferma:“Non intendo più sopportare offese personali e sono pronto a sporgere querela contro chi mi offende. E’ per questo che voglio conoscere le generalità di chi viene in commissione” Così si giustifica il presidente il quale dopo aver appreso che non esiste una legge che lo prevede ha aggiunto”allora mi riservo di procedere con l’incontro” e la replica di un cittadino presente non si fa attendere e gli fa notare che il suo è il classico comportamento dei bambini dicendogli “la palla è mia e non si gioca più,porto via il pallone”.

Una consigliera si è poi recata dal signor Boldrini, il quale ha confermato che non esiste un regolamento dove si richiedano i documenti ai presenti. Tuttavia si ritiene inaccettabile questo ennesimo abuso di potere, proprio a pochi giorni dall’ultimo consiglio comunale, quando un assessore si permise di insultare i presenti paragonandoli a dei cani con un “andate a cuccia”.
Questo episodio non è altro che la conferma che – con i loro ripetuti abusi – vogliano scoraggiare la cittadinanza alla partecipazione alla vita politica in ogni modo, negandogli le sale libere e incutendo timore (anche con mezzi poco consoni e antidemocratici) andando contro la loro stessa “democrazia” sulla quale fondano la loro autorità, a dispetto della libertà alla partecipazione e alla costruzione di un’altro tipo di democrazia, quella vera.
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